martedì 7 marzo 2017

RAW e JPEG, perché appaiono diversi?


Spesso sento chiedere perché, scattando contemporaneamente in jpeg ed in raw, le due immagini appaiano diverse.

Bisogna, innanzi tutto, chiarire un punto: le macchine fotografiche digitali scattano SEMPRE in raw (il sensore produce SEMPRE in uscita una sequenza di dati raw (crudi), da elaborare per ottenere un’immagine) e, se noi, scattiamo:
·      “in JPEG”, i dati raw vengono elaborati “al volo” dal processore della fotocamera (secondo i parametri da noi scelti nel menù della fotocamera, contrasto, nitidezza, saturazione, bilanciamento bianco…), il risultato viene salvato sulla scheda in formato JPEG e, infine, i dati raw VENGONO BUTTATI VIA;
·      “in RAW”, i dati in uscita dal sensore vengono salvati sulla scheda di memoria senza nessuna elaborazione;
·      “in RAW+JPEG”, i dati raw vengono elaborati “al volo” dal processore della fotocamera (secondo i parametri da noi scelti, contrasto, nitidezza, saturazione, bilanciamento bianco…), il risultato viene salvato in formato JPEG e, infine, i dati raw vengono salvati anch’essi sulla scheda di memoria.

È importante ricordare che i dati raw sono abbastanza lontani dalla rappresentazione digitale di un’immagine a colori: ad esempio, quasi sempre il 50% dei pixel riguarda solo la risposta al colore verde, il 25% al colore rosso ed il rimanente 25% al colore blu e la loro distribuzione sul rettangolo del sensore non è affatto banale. È quindi per questo che è necessario elaborarli, con procedure estremamente dipendenti da sensore e fotocamera che li hanno prodotti.

Quando, successivamente, vogliamo vedere le nostre foto, un’applicazione del computer (Photoshop, Lightroom, ma anche “Anteprima” dei mac o “Visualizzatore d’immagini” dei pc) deve prima “aprire” un file immagine (jpeg o raw) e, poi, per produrre i comandi per il monitor che ci mostrerà l’immagine, deve interpretare i dati numerici in esso contenuti, ma:
·      nel caso del jpeg, decompressione a parte, non deve fare nulla di particolarmente “creativo”: nel file, trova infatti, per ogni pixel, una terna di valori RGB (rosso, blu e verde) che (in questa descrizione estremamente semplificata) vanno a colorare il singolo pixel dello schermo (o del foglio di carta, nel caso di una stampante);
·      nel caso del raw, l’applicazione del nostro computer, deve fare tutte quelle elaborazioni che la fotocamera ha fatto “al volo” per produrre il jpeg e, quindi, entrano nuovamente in gioco parametri come contrasto, nitidezza, saturazione, bilanciamento bianco…, e che stavolta dobbiamo decidere noi attraverso le impostazioni dell’applicazione utilizzata (o prendere per buoni quelli di default ;-) ).

A questo punto, diventa ovvio che se le scelte dei parametri (“al volo” in macchina, o sul computer per il raw) sono diverse, così pure sarà il risultato visivo.

C’è però una situazione che produce risultati visivamente IDENTICI tra raw e jpeg: quella che vede l’uso dell’applicazione per computer fornita dal costruttore della fotocamera: Capture NX-D per Nikon, DPP per Canon, Viewer 3 per Olympus, ecc. . La fotocamera, infatti, nello scrivere il file raw, oltre ai dati in uscita dal sensore aggiunge i parametri (dal menù della macchina) che concorrono a definire l’estetica del jpeg ed il software del costruttore ne tiene quindi debitamente conto.

Solitamente, invece, i software di terze parti (Apple, Adobe, Microsoft, …) non recepiscono tali informazioni (tipicamente considerano solo il bilanciamento del bianco) ed utilizzano, in alternativa, i loro specifici defaults (che spesso il fotografo può cambiare!), da cui la diversa "resa" delle due immagini.